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Parma, candidata dall’Unesco come Città della Gastronomia, terra nativa di Verdi, Toscanini , Alberto Bevilacqua, Attilio Bertolucci. Sede di numerose aziende di notevole importanza anche mondiale, atelier come le Sorelle Fontana. Culla della musica, della cultura e del buon cibo , ma anche dei suoi fantasmi! Come ogni castello che si rispetti anche noi a Parma , come in Scozia in Irlanda, li abbiamo accompagnati dalle loro leggende. Ecco 9 di loro che potrete vistare e magari fare degli incontri paranormali.

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Il castello di Bardi

Il Castello di Bari è uno dei piu’ imponenti di tutti quelli del Ducato, ancora integro domina du un alto sperone tra le valli del Taro e del Ceno. Come molti castelli ha una sua leggenda a cui è legato il suo fantasma. Si narra di una storia d’amore tra Moroello e Soleste, lui Comandante delle truppe dei Landi , lei figlia del castellano. Purtroppo pero’ l’amore tra i due è contrastato dal padre di lei che per ragioni economiche l’ha promessa in sposa ad un feudatario vicino. Ma dalla loro hanno la fedele balia di Soleste che li aiuta ad incontrarsi di nascosto. Un giorno pero’  Moroello deve partire per difendere i confini di Stato. Soleste tutti i giorni sale sul mastio della fortezza  per vedere se l’amato torna, solo dopo lunghe settimana in lontananza vede arrivare una truppa di cavalieri, ma appena riesce a vedere i colori degli stemmi capisce che non era quelli dei Landi.  Presa dalla disperazione di aver perso per sempre il suo amato , si lancia nel vuoto del mastio. In realtà Moroello aveva vinto la battaglia. E sotto quelle vesti messe in segno di spregio nei confronti del nemico vi era proprio lui. Ancora oggi il fantasma di Moroello vaga per il castello e spesso è visto proprio vicino al mastio.

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Il castello di Montechiarugolo

Anche a Montechiarugolo abbiamo un fantasma, ma se a Bardi c’è quello di un cavalieri qui abbiamo una fata. Il suo nome è Fata Bema ed è un gentile fantasma per le giovani spose. Arrivata per la prima volta a Montechiarugolo nel 1593, durante una visita che Ranuccio I fece ai conti Torelli, gli propose di leggergli la mano. La Bema vagava accompagnata da due fedeli servitori, predicendo il futuro ai vari signorotti e popolani che incontrava. Ranuccio, che aveva un vero terrore per tutto ciò che riguardava l’occulto, ordinò immediatamente l’arresto della ragazza e la sua reclusione nel carcere della Rocchetta, dando inizio a una serie di fughe e peregrinazioni della poveretta per sfuggire alla persecuzione del Duca. Bema finì comunque la sua vita a Montechiarugolo, amata e ben voluta dalla gente del borgo, tanto che oggi è ricordata come un gentile fantasma, che appare alle giovani donne alla vigilia delle nozze per istruirle sulla loro nuova vita.

Si dice che nella notte del 18 maggio, nelle stanze private del castello appaia il Fantasma della fata Bema. La bella fanciulla torna nel suo castello sperando di rivedere l’uomo amato.

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La rocca di Soragna

Soragna piccolo Borgo medievale vicino  a Parma, ospita  un Rocca del XIV Secolo perfettamente conservata e abitata da sempre dai Meli Lupi, infatti ancora oggi vi vive il Diofebo VI Meli Lupi. Nel 1548 Cassandra Marinoni (Donna Cenerina) aveva sposato a Cassano d’Adda Diofebo II Meli Lupi marchese di Soragna. Durante le assenze del marito, che seguì Ottavio e Alessandro Farnese in molte imprese militari, amministrava il piccolo feudo padano, nel quale accolse la sorella Lucrezia, che nel 1560 si era maritata con il conte Giulio Anguissola, un violento che aveva dissipato i suoi beni e quelli della moglie e per giunta aveva cercato di avvelenarla. Il 18 giugno 1573 l’Anguissola si presentò con un gruppo di uomini armati a Cremona dove si trovava Lucrezia e, riuscito ad entrare con l’inganno, la uccise a pugnalate colpendo anche Cassandra che era andata a trovarla. Ferita gravemente, il giorno dopo la marchesa venne portata a Soragna dove spirò. La leggenda vuole che il fantasma di Donna Cenerina compaia in vestiti color della cenere. I Meli Lupi si tramandano storie di apparizioni dello spettro invendicato che si materializza solo per annunciare la morte imminente di un membro della famiglia.

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Castello di Torrechiara

Il Castello di Torrechiara è senz’altro il castello più spettacolare, internamente ben conservato e ricco di atmosfere della provincia di Parma. Per questo motivo è stato usato come set cinematografico di film come Ladyhawke di Richard Donner. Il suo nome deriva da torchio, infatti la zona è ricca di  buonissimi vigneti.La leggenda vuole che nel castello di Torrechiara, durante le notti di plenilunio, in cui la nebbia avvolge il castello, appaia il fantasma di una bellissima duchessa mora con gli occhi verdi, murata viva dal marito, che vaga nella torre del maniero offrendo baci appassionati agli uomini che la incontrano. La bellissima duchessa non smetterà di andare al castello finché non ritroverà suo marito.

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Castello di Guardasone

Questa roccaforte fu al centro della guerra tra Guelfi e Ghibellini e venne distrutta nel 1296 dagli Estensi. Ricostruita nel 1356 da Azzo da Correggio, ospitò anche il poeta Francesco Petrarca che qui soleva trascorrere parte delle sue giornate alla ricerca d’ispirazione. Il castello ebbe diversi proprietari. Tra le antiche famiglie che lo presidiarono, si ricorda quella dei Terzi: nel 1405 Ottobuono Terzi fece decapitare 65 poveri uomini sospettati di “fellonia”. Durante la notte, nei pressi del castello si odono ancora le risate, i gemiti e i lamenti di coloro che vennero assassinati.

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Rocca di Fontanellato

A pochi km da Parma si erge la bellissima Rocca di Fontanellato. E’ il classico castello che immaginiamo nelle favole con il tutto  fossato intorno, il ponte levatoio. Ma  secondo quanto si racconta, la Rocca Sanvitale ospiterebbe da poco più di 400 anni il fantasma di Barbara Sanseverino, la contessa di Colorno fatta decapitare nel maggio 1612 da Ranuccio I Farnese a seguito della cosiddetta «congiura dei feudatari». Della nobildonna, immortalata da Torquato Tasso nel sonetto «In lode dè capelli di D. Barbara Sanseverino Contessa di Sala» e sposa in prime nozze di Giberto Sanvitale, è conservato nella camera nuziale un ritratto, forse a sottolineare il legame speciale che sembra avesse con il castello di Fontanellato. Un fatto non usuale, se si considera che la Sanseverino visse tra Colorno e Sala Baganza, e che si affianca ad un’altra curiosità: nella galleria degli antenati, che raccoglie i ritratti dei membri della famiglia Sanvitale, non è presente quello del marito Giberto IV. Secondo quanto si racconta in paese, Barbara Sanseverino si aggirerebbe per le sale del piano nobile con in mano la sua testa mozzata: proprio in uno dei due luoghi, dunque, in cui sarebbe stata avvertita una «presenza». Il castello potrebbe però essere la dimora eterna di un’altra donna, questa volta molto più giovane, rimasta «imprigionata» nell’oratorio di San Carlo. Dai rilevamenti effettuati dagli «indagatori del mistero» e dalle ipotesi formulate, potrebbe trattarsi di Maria Sanvitale, figlia di Albertina e Luigi Sanvitale e nipote di Maria Luigia d’Austria. Della bambina è conservato in Rocca uno splendido bassorilievo, custodito nella Sala di Maria Luigia mentre una piccola lapide, posta sulla parete di destra dell’oratorio di San Carlo ne ricorda la breve esistenza durata solo cinque anni sette mesi e sette giorni. Misteri che, con tutta probabilità, resteranno tali ma che aumentano senza dubbio il fascino del castello fontanellatese.

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Rocca dei Rossi di San Secondo

La Rocca di San secondo è un antica fortezza  militare medievale,  ora una sfarzosa residenza rinascimentale, che con gli anni ha subito modifiche e migliorie. La sua  storia è quella di una giovane fanciulla che da secoli si aggirerebbe a mezzanotte all’interno del maniero in guisa di fantasma. Non ancora ventenne fu trucidata a sangue freddo. Secondo la leggenda è ancora visibile la traccia di sangue sul camino della Sala di Latona, a testimoniare il punto in cui fu assassinata.

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Castello di Varano Melegari

Nella prima collina di parma, immerso nel verde erge il Castello di Varano Melegari.Nel mezzo di questo silenzio di puo’ sentire la presenza di una ragazza molto giovane, di nome Beatrice, che si muoveva nel Castello con un vestito bianco. E così è proprio lei il fantasma del Castello Pallavicino: la nobile Beatrice Pallavicino, madre di quattro figli, che morì in circostanze misteriose all’età di 21 anni, e che torna ad aggirarsi per quella che un tempo fu la sua casa in cerca di quella pace che in vita non ha avuto.

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Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense

Avvolto dalle nebbie del fiume, cullato dalle acque del Po, il Castello si erge con i suoi misteri in queste terre che profumano di cibo, d’arte e di antiche leggende. Nelle sue cantine si conservano oggi i prelibati culatelli, ma anche i mille segreti del fantasma Fumèra, che nel dialetto del posto vuol dire nebbia. Personaggio enigmatico e spirito burlone, nelle notti al calar della nebbia, si aggira facendo ondeggiare al suo passare i cibi appesi nei sotterranei più antichi. Così, come sospinto dallo spirito del grande fiume dove navigano storie e leggende, il fantasma Fumèra si nasconde nella nebbia per gustare, secolo dopo secolo, il profumo del cibo più buono del mondo.

 

 

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3 commenti

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